LA STORIA

 FRA I PIONIERI DELL’ INDUSTRIA TESSILE ITALIANA

Da oltre due secoli, e ben sette generazioni, la famiglia Crespi ha contribuito e contribuisce allo sviluppo dell’industria tessile italiana.

Ghemme, Roggia Mora nel XVIII° secoloroggia mora

 

Il capostipite Benigno Crespi (1777-1854) di Busto Arsiziobenigno crespi intraprese l’attività di commerciante di tessuti e soprattutto di tintore, da cui il soprannome assegnato a questo ramo famigliare, “Tengitt”.

Il suo commercio si svolgeva nel Milanese, particolarmente fra Lodi e Crema, con una serie piuttosto ampia di tessuti, dai tradizionali fustagni e bombasine alle mezzettine e materazze, ai padovani e peluzzi, candidi o tinti in vari colori, tra cui il celeste, il rosso ed il nero, ed anche ritorti, rigati, rasati, spigati e quadrettati.

 

 

 

 

Il figlio Antonio (1807-1883) riuscì a potenziare l’azienda paterna. Alla filatura, con una partecipazione in un opificio a Vigevano, affiancò la tessitura di cotone, con filati e manodopera specializzata svizzera, nel “fondaco” di Busto: baseni, rasadelli, doppioni normali, pesanti e ritorti, tarligi, peloncini e fasse, greggi, candidi, tinti, stirati. Nuovi mercati si aggiunsero a quelli tradizionali: Bergamo, Brescia, Mantova, Piacenza, ed anche Firenze.

vecchio logo crespi

Energia dall’acqua, ingegnosità di una discendenza

La costante espansione dell’azienda, l’attenzione allo sviluppo di nuove tecnologie, che sempre contraddistinse i Crespi, portò alla sostituzione dei telai a mano con quelli meccanici azionati dalla forza idraulica. Entrati in contatto con le più importanti famiglie tessili italiane, i figli di Antonio, guidati da Cristoforo Benigno, acquisirono gli edifici di una cartiera a Ghemme (Novara) ed i diritti di sfruttamento industriale di un salto d’acqua di tre metri sulla roggia Mora. L’acqua del canale, già esistente nel XII secolo e potenziato nel ‘400 da Ludovico il Moro, duca di Milano, permetteva di azionare una turbina idraulica per la creazione di forza motrice.
Qui venne installata una prima filatura (1872) con macchinario inglese della Platt Brothers & C., una delle migliori Case costruttrici di macchine tessili, dotata di 6800 fusi.
Un nuovo stabilimento, costruito nel 1883 sfruttando un secondo salto d’acqua della Mora, ospitò una modernissima tessitura con 300 telai meccanici.

 

Sala telai_con_etichetta
Carlo Crespi (1838-1910), rimasto solo nella conduzione dell’azienda, con l’intraprendenza tipica della famiglia, unita all’ottima preparazione commerciale, si dedicò con successo all’attività cotoniera portando l’azienda ad una considerevole espansione, fino a raggiungere con i suoi filati e tessuti tutte le regioni d’Italia.
Il figlio Modesto (1874-1961), validissimo ingegnere industriale, progettò e realizzò, fra il 1904 ed il 1906, un terzo salto d’acqua sulla Mora ed un nuovo stabilimento (filatura con 10.000 fusi) mentre venivano sostituiti i filatoi intermittenti (selfacting-mules) con quelli continui (rings).
Nel frattempo i figli di Modesto (Carlo, Alberto e Guido) erano entrati a collaborare nell’azienda.
In particolare Alberto, ingegnere elettrotecnico, concepì e realizzò le prime due centrali idroelettriche nel 1938-40 sulla Mora, che permisero un migliore e più razionale utilizzo della forza motrice dell’acqua della roggia, divenuta intanto proprietà Crespi.
Le odierne cinque centrali sulla roggia Mora sono gestite dalla “Agamium Energetica S.p.a.”, controllata dalla Crespi.

Un’attenzione costante allo sviluppo delle tecnologie

All’avanguardia nelle innovazioni degli impianti e dei macchinari, la Crespi ha sempre mantenuto un alto livello tecnologico.
Negli anni fra le due guerre Modesto ed i figli migliorarono ed ampliarono gli stabilimenti creando nel 1940 un modernissimo reparto tintoria e candeggio di filati e tessuti, e recuperando così una delle principali attività tradizionali della famiglia.
Nel 1963 iniziò a funzionare una nuova filatura a Fara Novarese che nel 1975 venne completamente trasformata con le più innovative tecnologie esistenti, tra cui i nuovissimi filatoi a rotore, così da divenire uno degli stabilimenti più moderni ed automatici esistenti in Europa.

 

Sala telai 1969
Nel frattempo, con la prematura scomparsa di Alberto (1962) e Guido (1964), la Società continuò sotto la direzione di Carlo (1905-99), che, fra il 1967 ed il 68, operò una totale ristrutturazione dei due principali stabilimenti di Ghemme per renderli più moderni e funzionali.

 

Una tradizione di materie prime di qualità

Il cotone è oro, il filato è argento, il tessuto greggio è ferro, il tessuto finito è piombo, soleva dire Modesto Crespi sottolineando la grande importanza delle materie prime, alle quali l’azienda è attenta da sempre.

 

filo di tradizione crespi
Alla produzione orientata prevalentemente alle telerie, tovagliati e lenzuola, e a tessuti più fini per camiceria, si affiancò negli anni sessanta una linea uniform

(abiti da lavoro), contraddistinta dalla resistenza e dalla qualità dei tessuti.
Gradualmente ma costantemente l’azienda iniziò a spostare la produzione su tessuti di maggior pregio, concentrandosi sulla nobilitazione di quelli per l’abbigliamento (sportswear).
Durante gli anni ottanta al tradizionale cotone la Crespi affiancò nelle sue linee produttive il lino, per diventare in breve tra i primi consumatori italiani di questa fibra.
Parallelamente potenziò la penetrazione sui mercati esteri, soprattutto in Germania e Francia.
Lino, cotone, puri o in mischia anche con lana, sono le fibre naturali, accuratamente selezionate, che Crespi trasforma in tessuti per l’abbigliamento

con una costante attenzione verso le più moderne tecnologie adottate per le varie fasi della lavorazione dei filati e dei tessuti, dalla tintoria al candeggio, ai numerosi e sofisticati finissaggi.

 

Tradizione, creatività e rigore

La “Crespi” è oggi una moderna azienda liniera con una particolare attenzione alla tradizione, ai suoi due secoli di storia, testimonianza tangibile dell’intraprendenza e del coraggio, del lavoro e della dedizione di una famiglia, e di tutti coloro che con lei hanno convissuto questo lungo cammino.
Oggi la “Crespi” lavora sopratutto lino,ma anche cotone e derivati, in uno stabilimento che occupa un’area di 58.000 mq, conta 220 dipendenti e produce circa 8.000.000 di metriquadri di tessuto all’anno.
Ha prestigiosi clienti in tutto il mondo: Armani, Versace, Valentino, Tombolini , Trussardi, Prada, Canali, Ferrè, Tod’s, Marzotto,Max Mara, Itierre, e Vestebene in Italia.Kenzo, Cacharel, Jacquis Jaunet, Gerar Darel in Francia.Liz Claiborne,  Ellen Tracy, Talbots, Jones Apparel Group negli USA Paul Smith, Next, Max & Spencer e Jager nel Regno Unito.Escada, Rosner, Mac Jeans in Germania.Takisada in Giappone. L’esportazione ha superato i due terzi del fatturato, particolarmente in Francia, Germania, USA, regno Unito e Giappone.
Una tradizione di qualità, di attenzione alle nuove tecnologie, di rispetto per l’ambiente, di dinamismo,  ha trovato la sua migliore conferma nel 1997 quando la “Crespi” è stata chiamata a far parte de “Les Hénokiens”, Associazione d’imprese famigliari e bicentenarie  Attualmente, sono in corso, e continueranno per i prossimi tre anni, investimenti in tecnologia, qualità e immagine per migliorare ancora e poter affrontare la concorrenza mondiale sempre più aggressiva. Pertanto la “Crespi” è realmente la prova, attraverso la propria esistenza e la propria storia, che una tradizione bicentenaria si accorda perfettamente, all’alba del III millennio, con il progresso della nostra epoca.